Il nuoto è lo sport della crescita per eccellenza, viene spesso consigliato dai pediatri in quanto rafforza l’apparato muscolo-scheletrico, prevenendo scoliosi ed altre patologie della colonna vertebrale, allena cuore e polmoni, ampliandone le capacità e contribuisce ad uno sviluppo armonico della muscolatura. Tuttavia l’arrivo dei mesi freddi, tra gennaio e marzo, e i malanni stagionali che li accompagnano inducono un misto di pigrizia e preoccupazione in molti genitori preoccupati per le rigide temperature esterne e gli ambienti caldo-umidi che inevitabilmente accolgono le attività natatorie.
Di sicuro attraversare sbalzi tali di temperatura e umidità senza i dovuti e consueti accorgimenti aumenta i rischi di raffreddamento (influenza, tracheiti, otiti), ma contrariamente a queste resistenze in inverno l’attività in piscina stimola e migliora i processi di termoregolazione, agevola quindi le capacità dell’organismo ad adattarsi a repentini cambi della temperatura esterna.
Va da sè che le condizioni dell’impianto e della vasca devono essere tali da ridurre al minimo lo sbalzo di temperatura nel passaggio da un ambiente all’altro, l’igiene e la qualità degli ambienti sono un imperativo categorico per ogni gestore di impianti così come una vasca che abbia una temperatura costante dell’acqua tra i 28 e i 30 gradi.
Vivendo le dinamiche di una piscina da tanto tempo, conosciamo bene le problematiche legate al periodo invernale, che limita la frequenza della scuola nuoto in maniera determinante, sia dal punto di vista della disaffezione del bimbo all’insegnante e al gruppo di lavoro, ma anche dal punto di vista didattico dato che diventa problematico mantenere la continuità necessaria ad un insegnamento adeguato.
Vediamo quindi quali sono i comportamenti di base da seguire per evitare che l’inverno impedisca ai nostri bambini di fare attività in acqua:
- Innanzitutto durante il periodo invernale è consigliabile vestire il bambino ‘a strati’ per dare la possibilità al corpo di abituarsi ai cambi di temperatura tra l’esterno e l’area interna all’impianto e successivamente all’entrata nello spogliatoio, fino ad arrivare al bordo vasca in costume…
- E’ importante l’utilizzo dell’accappatoio all’uscita dall’acqua prima di fare una doccia ben calda. Per i più piccoli può risultare molto utile l’utilizzo di un altro accappatoio asciutto per il post doccia.
- All’uscita dalla doccia è importante asciugare il bimbo rapidamente e con grande attenzione, facendo particolare attenzione ai capelli e alle orecchie.
- Infine il non così scontatissimo processo di vestizione deve essere sempre proporzionato alle temperature degli ambienti nei quali il bimbo si sofferma uscendo dall’impianto (coprire con giacche, cappelli, guanti i nostri bimbi sin dallo spogliatoio creerebbe più danni che benefici). Per questo motivo aspettare una decina di minuti, magari all’ingresso o nell’area ristorazione (cogliendo l’occasione per una merenda veloce) farà si che il corpo si abitui alla temperatura esterna e non vada incontro a un colpo di freddo quando uscirà all’aperto.
- Infine il famoso “copriti le orecchie e respira con il naso” della nonna ha la sua ragione di esistere dal momento che respirare con il naso significa far si che l’aria venga riscaldata e umidificata, rendendola meno dannosa per le mucose, viceversa respirare con la bocca non permetterà all’aria di essere “filtrata” creando uno “shock” termico delle mucose, infiammandole.
Sembrano consigli banali e scontati ma non così seguiti come si crede. Una delle problematiche maggiori che si affrontano in questo periodo dell’anno sono proprio legate alle infezioni delle vie respiratorie e alle otiti. I bambini sono soggetti particolarmente esposti alla proliferazione batterica delle vie respiratorie e delle orecchie in virtù di un sistema immunitario ancora in via di sviluppo.
Una delle più comuni infezioni locali è proprio l’otite; nei primi tre anni di vita ne soffre l’80% e un terzo di essi tende a ricadute. la causa principale è il raffreddore, il catarro che ristagna nella faringe raggiunge l’orecchio e preme sulla membrana timpanica, scatenando un dolore intenso. Con la crescita, in genere dai sei anni, l’anatomia dei condotti si modifica, facendo diminuire drasticamente gli episodi di infiammazione. In ogni caso il pediatra andrà contattato sin dai primi segnali di dolore.
Grazie ad alcuni accorgimenti si può in ogni caso minimizzare le possibilità di infiammazione, passando come sempre attraverso le abitudini alimentari. L’immancabile vitamina C, preferibilmente assunta attraverso alimenti naturali; alimenti ricchi di zinco e selenio come noci, tacchino, pesce, legumi, cavoli; la giusta dose di fibre integrali e minerali essenziali quali il manganese (ananas, mandorle, spinaci) e il rame (insalate, cereali) e lo zolfo (parmigiano, cavolini di Bruxelles). Questi importanti accorgimenti renderanno l’organismo meno attaccabile e meno predisposto ad ammalarsi rendendo un aiuto significativo al sistema immunitario per combattere le infezioni.
Di fondamentale importanza è la cura dell’igiene delle orecchie affinché non si formino tappi di cerume all’interno dell’orecchio, in quanto questi potrebbero provocare un ristagno di acqua che è una delle prime cause di otite; così come l’utilizzo di tappi auricolari appositi, i quali impediscono all’acqua di entrare nel condotto uditivo evitandone le possibili conseguenze può essere utile ma i tappi vanno comunque utilizzati quando l’orecchio è integro e sano, non è utile usare tappi da piscina nel corso di un’otite, bensì bisogna aspettare la completa guarigione e solo successivamente riprendere l’attività sportiva con l’uso dei tappi.
Seguire questi pochi ma fondamentali accorgimenti consentirà ai vostri figli di mettersi al riparo dall’agguato dei disagi invernali permettendo loro di proseguire senza rallentamenti il percorso di apprendimento in piscina.